Private debt: nel 2017 investimenti in crescita del 35%

Presentata da AIFI la seconda edizione dell’analisi degli operatori di private debt, punto di riferimento per il settore nazionale del mercato di debito.

Operatori

Nell’analisi sono stati monitorati 24 operatori di cui 17 soci AIFI che svolgono attività di private debt. Il 67% di questi è costituito da soggetti domestici, mentre il 33% è rappresentato da operatori internazionali.

Raccolta

Nel 2017 sono 6 gli operatori che hanno chiuso la raccolta per un ammontare pari a 292 milioni di euro (raccolta di mercato). Guardando alle fonti della raccolta, sempre nello scorso anno, il 95% proviene da investitori istituzionali domestici, mentre il 5% dall’estero. Nella tipologia della fonte, il 27% del capitale è arrivato dalle banche, il 24% dai fondi di fondi istituzionali e il 22% dalle assicurazioni.

Investimenti

Nel 2017 sono stati investiti 641 milioni di euro, +35% rispetto al 2016. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 102 (+26%) distribuite su 82 target (+55%).

Strumenti

Le operazioni hanno riguardato: al 66% sottoscrizioni di obbligazioni, al 32% crediti e al 2% strumenti ibridi.

Con riferimento alle obbligazioni, la durata media dell'investimento è poco superiore ai 6 anni, con un un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro nel 90% dei casi. Circa la metà degli strumenti è quotato all’ExtraMOT PRO.

Caratteristiche delle target

A livello geografico, come anche accade nel settore del private equity e del venture capital, la maggior parte delle operazioni è concentrata nel Nord Italia (73%) seguito dal Centro Italia (16%); in coda troviamo il Sud e le Isole con l’11%.

A livello regionale, il maggior numero di target (n.22) è presente in Lombardia (27%), seguita dal Trentino Alto Adige (n.13) (16%), dove è attivo un veicolo focalizzato sul territorio; al terzo posto il Friuli Venezia-Giulia (n.8) per un peso pari al 10% del totale.

Il 28% delle aziende target opera nel settore dei beni e servizi industriali, il 16% nell’alimentare, e l’11% nell’ICT.

Le imprese con meno di 50 milioni di euro di fatturato rappresentano il 55% del totale, rispetto al 45% di aziende con un fatturato maggiore.

Fonte: sito AIFI

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